Era il 2008 quando varcavo la soglia della sede londinese del Carbon Trust per frequentare il mio primo corso di product carbon footprinting.

In quel periodo, in Italia, la sostenibilità fondata su una metrica definita, trasparente e confrontabile era ancora vista come un inutile sforzo di raccolta ed elaborazione dati oltre che una poco raccomandabile divulgazione di dati aziendali. Si preferiva infatti affidare la materia a qualche volenteroso del marketing e quindi vi era tutto un proliferare di auto conclamati “eco friendly”, confezioni colorate di verde, etichette ambientali fatte in casa e affermazioni di sostenibilità aziendale basate sull’essersi accorti di avere un packaging riciclabile.

Nel corso degli anni seguenti e fino ad oggi, si è assistito ad un cambiamento progressivo di tale atteggiamento, cambiamento guidato principalmente dai grandi player nazionali ed internazionali che avevano cominciato a richiedere alle loro aziende fornitrici, in maniera sempre più stringente, certificazioni, dati, rendicontazioni che consentissero di poterle valutare in maniera effettiva sul fronte ambientale, sociale, economico e di gestione dei rischi.

Personalmente, ho avuto la fortuna di lavorare per oltre 10 anni in un gruppo industriale che mi ha consentito di applicare le più diffuse best-practices a livello globale e di elaborare politiche di sostenibilità pluriennali, sviluppare progetti con i principali clienti, innovare ed esplorare con successo nuovi mercati.

Questa esperienza è prima diventata la mia professione e poi ha consentito la nascita di Valore Sostenibile, azienda costituita con la precisa volontà di sviluppare e diffondere competenze specifiche formando giovani specialisti, collaborare con professionisti affermati e mettere tali conoscenze al servizio dello sviluppo sostenibile delle aziende del territorio.